giovedì 25 giugno 2009

Il progetto scuola carcere



“Il progetto “scuola e carcere” da vari anni offre interventi informativi nelle scuole di Pistoia (insieme al Comune e al Provveditorato) in particolare per organizzare degli incontri nelle classi delle scuole medie-superiori che lo richiedano: - il primo incontro coinvolge direttamente gli studenti con domande su quello che essi credano siano le strutture architettoniche delle carceri italiane, sui soggetti attualmente detenuti e sulla funzione del carcere con prime informazioni date da un volontario;- il secondo affronta soprattutto la vita interna del carcere e i problemi del reinserimento ed è tenuto da un detenuto o una detenuta in permesso o da un ex-detenuto, accompagnato/a da un volontario.per raccontare la propria esperienza e la propria difficoltà;- il terzo prevede una visita ad una struttura carceraria con l’incontro degli insegnanti e della classe con alcuni detenuti/e e alcuni operatori. “
tratto dal sito http://www.informacarcere.it/progetti.php?IDP=3
a mio avviso è molto importante far conoscere ai giovani il mondo del carcere non tanto come pensano alcuni per creare del “terrorismo” e spaventarli, ma più per cercare di creare una conoscenza, una apertura verso quello che è il mondo della detenzione, per far sfatare falsi miti come quello per cui una persona che è in carcere non può cambiare il proprio stile di vita, inoltre secondo me tutto questo non è utile soltanto ai ragazzi ma anche ai detenuti che vengono stimolati dai dibattiti creati dai ragazzi magari anche dai loro “colpi bassi” che servono però a trovare una energia, una spinta per rientrare nella società.

lunedì 25 maggio 2009

attenti a come ci comportiamo nel quotidiano


Ci si stupisce di come i giovani siano inclini alla criminalità, alla tossicodipendenza, in pratica agli atti devianti.
Ma la risposta a tutto ciò sta nella nostra società, non intendo nel fatto che la società rovina i giovani attraverso modelli mass-mediali violenti ecc, ma nel fatto che i giovani sono sinceri nelle loro azioni e nei loro pensieri, loro fanno ciò che più si avvicina alla realtà, ormai non sono più in grado di pensare ad un futuro, loro accettano la società che li circonda e ciò che più è ovvio cercano di trovare un equilibrio all'interno di questa società.
Quello che ne consegue è un comportamento deviante frutto della visione del mondo quotidiano, un mondo che va di fretta che poco si interessa degli altri e dove,come nella giungla, regna la legge del più forte.
La società occidentale presenta modelli di persone di successo che sono arrivate a posizioni di potere non certo attraverso un comportamento benevolo ma lottando con le unghie e con i denti, se possibile anche sfruttando il prossimo.
Non bisogna dimenticare però che non tutti i giovani sono così, che ancora c'è chi crede nella solidarietà e in rapporti di reciproca fiducia tra le persone.
In poche parole non si deve “fare di tutta l'erba un fascio” ma comunque riflettere del perchè ci sono determinati comportamenti nel mondo adolescenziale, senza dare le solite risposte scontate legate alla TV e ai videogiochi, ma pensare di più a ciò che viviamo nel quotidiano, ogni giorno e in ogni situazione, non pensare a quel mondo al di là dello schermo ma al NOSTRO presente.

lunedì 18 maggio 2009

piccola parentesi personale


Sono quasi due mesi che scrivo in questo blog, fare la rieducatrice soprattutto in carcere era un sogno che avevo da molto tempo e che nell'ultimo periodo si stava intensificando, per questo avevo incentrato il mio blog su questi argomenti nonostante non ne sapessi moltissimo, per questo mi sono informata, ho fatto ricerche, ho letto, e mi sono addentrata in un mondo di cui effettivamente non sapevo moltissimo, certo le notizie che ho trovato sono state più o meno quelle che mi aspettavo solo che leggere biografie di detenuti ecc. mi ha fatto un effetto più forte di quello che credevo.
lavorare in carcere significa avere un temperamento forte, e io continuo a chiedermi..ce l'ho?
so che di anni di studio davanti a me ce ne sono ancora, anche se ormai non sono moltissimi, so che col tempo si matura..ma nel caso non maturassi?ok lo ammetto dopo tutte le ricerche fatte il carcere mi sta mettendo una fifa blu, sono proprio in un momento di crisi, non preoccupatevi non è che mollo il mio blog!!continuerò a scrivere i post, e ad informarmi, anche perchè così potrò capire sul serio se è questo quello che voglio nel mio futuro.

venerdì 15 maggio 2009

il film tutta colpa di giuda



“Una regista teatrale d’avanguardia.Un direttore di carcere.Un cappellano che vuole mettere in scena una Passione.Venti detenuti che aspettano solo che il tempo passi...Quando Irena Mirkovic (Kasia Smutniak) accetta di collaborare con don Iridio (Gianluca Gobbi) per la messa in scena in un istituto penitenziario di una paradossale “Passione Pasquale” non sa che quell’esperienza le cambierà la vita. Non solo perché l’incontro con il direttore del carcere Libero Tarsitano (Fabio Troiano) la spingerà a chiudere definitivamente la relazione con il suo fidanzato-attore Cristiano (Cristiano Godano), ma perché presto si troverà di fronte a un problema insolubile. Dopo aver conquistato la fiducia dei detenuti, Irena si rende conto che “dentro” nessuno è intenzionato a fare la parte di Giuda, per motivi che in un carcere sono chiari a tutti. Nonostante le sue insistenze, i “ragazzi” restano fermi nel loro rifiuto e inoltre c’è anche chi rema contro lo spettacolo: suor Bonaria (Luciana Littizzetto), una religiosa inflessibile ma dotata anche di spirito molto pratico. La situazione si sblocca quando Irena ha un’illuminazione: se Giuda non si trova, perché non pensare alla storia di Gesù in un altro modo ? Una storia che non preveda tradimento, condanna, punizione e morte ? Una storia che finisca bene ? I detenuti, pur non afferrando le implicazioni filosofiche, apprezzano la scelta: purché sia contro la galera...”
questa trama è stata tratta da http://www.mymovies.it/cinemanews/2009/5143/
l'ho inserita perchè è un film molto bello, magari un po utopistico ma può dare l'idea di come può essere la vita all'interno del carcere e come un progetto come questo possa servire a capire meglio la vita all'interno delle case di detenzione...buona visione.

lunedì 11 maggio 2009

Le teorie sociologiche sulla devianza pt.2



..Continuando il discorso iniziato la volta scorsa vi vado ad esporre la teoria di Emile Durkheim, sociologo molto importante soprattutto per essere uno dei maggiori esponenti della teoria funzionalista, il quale ritiene che la devianza sia un aspetto normale all'interno della società.
Egli ritiene che le cause della devianza siano da ricercarsi all'interno della società e possano manifestarsi attraverso l'anomia, cioè “uno stato di dissonanza cognitiva tra le aspettative normative e la realtà vissuta”, per esempio durante le fasi cicliche che attraversa la società, o anche in momenti di crisi personale per esempio dopo la morte improvvisa di un parente.
L'anomia come manifestazione fisica ha quindi la violazione dei sentimenti collettivi che nei casi più disperati si conclude con il suicidio.
Ce ne sarebbero molte altre da esporre ma il discorso per certi versi potrebbe risultare noioso quindi mi limiterò a darvi alcuni nomi di riferimento nel caso qualcuno sia particolarmente interessato a questo argomento:
Talcot Parson e il fenomeno deviante come mancato adattamento sociale;
Robert K. Merton e il concetto di anomia legato alla natura delle strutture sociali;
la Scuola di Chicago che si è occupata del disagio sociale legato all'immigrazione;
Lemert che parla di devianza primaria e devianza secondaria;
e infine Goffman e i suoi studi sulle istituzioni totali.

mercoledì 6 maggio 2009

Le teorie sociologiche sulla devianza pt.1



Come ho già detto nei precedenti post, i detenuti hanno bisogno di essere rieducati dopo gli atti devianti commessi, ma una cosa mi sono scioccamente scordata di spiegare:cos'è un atto deviante?
O meglio: quando un gesto viene definito deviante?
A questo proposito vado a elencarvi le varie teorie sociologiche esistenti riguardanti la devianza. Il primo a interessarsi delle influenze sociale che possono comportare una condotta deviante intesa come la vera e propria violazione della norma giuridica fu Cesare Beccaria nel XVIII secolo.
Egli afferma che l'ordine sociale è il prodotto di un contratto dell'individuo con la società, nel momento in cui un soggetto compie un atto deviante lo fa per volontà personale utilizzando il libero arbitrio di cui dispone, quindi la punizione che gli verrà inflitta dovrà essere funzionale non solo al soggetto ma anche al mantenimento dell'ordine pubblico.
Beccaria inoltre parla di certezza della pena e del suo effetto positivo, ma non tanto in base alla severità di quest'ultima quanto piuttosto finalizzata al mantenimento dell'ordine pubblico.

lunedì 4 maggio 2009

Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura


Il Comitato europeo per la prevenzione della tortura è stato creato da una convenzione del Consiglio d'Europa nel 1989.
Esso si occupa di monitorare la situazione dei luoghi in cui le persone vengono private della loro libertà (carceri, ospedali psichiatrici, carceri militari, stazioni di polizia ecc..) attraverso visite regolari e mirate e consigli allo Stato visitato.
Il Ctp tuttavia non ha il potere di dare sanzioni agli Stati trasgressori, esso mira per lo più a prevenire e a far progredire le condizioni di detenzione intrattenendo con gli stati membri un rapporto di collaborazione e cooperazione.
Un organo simile sta per essere creato anche a livello di Nazioni Unite attraverso il Protocollo opzionale alla Convenzione contro la tortura e le pene disumane e degradanti (Cct).
Questo ha come obiettivo la creazione di organismi indipendenti di prevenzione attraverso il controllo della condizione nei vari luoghi di detenzione.

martedì 21 aprile 2009

Un esempio di rieducazione in carcere

Il carcere di Laureana di Borrello a Reggio Calabria e uno degli esempi in cui la rieducazione dei detenuti dà i risultati migliori.
È stato riscontrato che normalmente di 10 detenuti usciti dal carcere 7 ritornano a delinquere, mentre dei degli ex detenuti del carcere di Laureana su 40 solo uno torna delinquere.
Il progetto pedagogico iniziato a novembre 2004 si rivolge ai giovani di età compresa tra i 18 e i 34 anni con un basso indice di pericolosità sociale, e prevede un percorso di riflessione sulla propria vita che possa aiutare concretamente il reinserimento nella società attraverso laboratori di falegnameria, ceramica e coltivazione di fiori e piante da ornamento in serra, ma soprattutto i detenuti sono impegnati in esperienze lavorative esterne all'Istituto.
Il progetto viene intrapreso dai detenuti volontariamente e può essere interrotto se l'individuo nn se la sente più di continuare oppure nel caso non rispetti le regole dell'istituto.
Il carcere di Laureana era stato anche oggetto di un servizio delle “Iene”, che ne aveva mostrato le particolarità nel suo programma, infatti è così che io ne ero venuta a conoscenza, ed ero rimasta molto colpita dalle interviste fatte, spero che a molte persone abbia fatto lo stesso effetto che ha fatto a me.buona settimana a tutti!

lunedì 6 aprile 2009

perchè rieducare??

perchè rieducare??
è una domanda che si pongono in molti e sicuramente è al centro di numerose discussioni.
innanzitutto si sa, una persona che esce dopo numerosi anni dal carcere non ha contatti con il mondo esterno, può addirittura essere ripudiata dalla famiglia, e di conseguenza non ha motivazioni per cercare di rifarsi una vita, nulla lo frena dal voler commettere ancora atti come il furto nel caso non abbia un lavoro. (e sinceramente non credo che molti datori di lavoro assumano felicemente persone con la fedina penale sporca)
inoltre questo potrebbe anche essere una soluzione per il problema del sovraffollamento delle case di detenzione, che in modo molto sbrigativo si era cercato di risolvere con l'indulto, dimostrando come molte persone non rieducate durante il loro periodo di reclusione potessero facilmente tornare a commettere il medesimo errore.
il mio sarà pure un pensiero utopistico, sicuramente la rieducazione non salverà tutti i detenuti ma solo alcuni, ma anche solo per la vita di quelle poche persone, (ed anche per la vita di quelli che potrebbero incrociare la loro strada una volta usciti), secondo me vale la pena di cercare una soluzione.
voi cosa ne pensate a riguardo?..nei prossimi post cercherò di inserire qualche esempio di tecnica di rieducazione che già vengono praticate in alcuni carceri italiani, per esempio tramite il lavoro, in modo tale che possiate farvi un'idea di ciò che accade nella nostra bella Italia.buona settimana.

venerdì 3 aprile 2009

eccomi qua!


salve a tutti!
eccomi da oggi in blogger!
in questo blog voglio parlare della rieducazione, e in particolare della rieducazione dei detenuti.
spero che visiterete questo piccolo spazio di internet in molti,e commenterete i miei post.
buona lettura!