lunedì 11 maggio 2009

Le teorie sociologiche sulla devianza pt.2



..Continuando il discorso iniziato la volta scorsa vi vado ad esporre la teoria di Emile Durkheim, sociologo molto importante soprattutto per essere uno dei maggiori esponenti della teoria funzionalista, il quale ritiene che la devianza sia un aspetto normale all'interno della società.
Egli ritiene che le cause della devianza siano da ricercarsi all'interno della società e possano manifestarsi attraverso l'anomia, cioè “uno stato di dissonanza cognitiva tra le aspettative normative e la realtà vissuta”, per esempio durante le fasi cicliche che attraversa la società, o anche in momenti di crisi personale per esempio dopo la morte improvvisa di un parente.
L'anomia come manifestazione fisica ha quindi la violazione dei sentimenti collettivi che nei casi più disperati si conclude con il suicidio.
Ce ne sarebbero molte altre da esporre ma il discorso per certi versi potrebbe risultare noioso quindi mi limiterò a darvi alcuni nomi di riferimento nel caso qualcuno sia particolarmente interessato a questo argomento:
Talcot Parson e il fenomeno deviante come mancato adattamento sociale;
Robert K. Merton e il concetto di anomia legato alla natura delle strutture sociali;
la Scuola di Chicago che si è occupata del disagio sociale legato all'immigrazione;
Lemert che parla di devianza primaria e devianza secondaria;
e infine Goffman e i suoi studi sulle istituzioni totali.

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